23 agosto 1942 – La rivolta di Monteleone
Quel 23 agosto del 1942 il podestà del piccolo paese di Monteleone di Puglia decise di sequestrare quel poco di grano sottraendolo alla cittadinanza. Le donne in coda al forno chiedevano grano la risposta di un carabiniere fu quella di rovesciare due pignatte di grano, il disappunto prese fuoco in rabbia. Le donne si ritrovarono tutte alquanto esasperate, furibonde, rabbiose e quel punto non esisteva deterrente, né terrore, né legge che potesse estinguere quel fuoco. Al grido di: «Vogliamo il pane, vogliamo sfarinare» si recarono sotto la caserma dei carabinieri che, in mancanza di estintori, spararono sulla folla. Feriti tra donne, anziani e bambini non fecero altro che trasformare quel fuoco in incendio. Da quella folla di donne riottose iniziarono a volare pietre, gli uffici furono devastati, furono tagliati i fili del telegrafo ed in fine l’incendio travolse la caserma dei carabinieri che prese fuoco, la casa del podestà che prese fuoco, gli uffici comunali, presero fuoco.
Il paese fu messo sotto assedio da un gran numero di gendarmi che iniziarono un rastrellamento che portò in carcere quelle donne e, non avendo uomini da arrestare perché erano stati tutti forzatamente arruolati per la guerra, pensarono bene di arrestare qualche bambino. 160 in tutto furono le arrestate per 96 di loro si aprirono le portacce del carcere. Successivamente fu dato l’ordine di deportare l’intero paese, ordine che fu poi annullato. Anche Radio Londra diede la notizia della prima rivolta popolare nell’Italia fascista. La spontaneità di questa rivolta la rese una rivolta isolata e quel grido di rabbia fu soffocato e abbandonato. Fortunatamente le ribelli furono liberate da una gruppuscolo di soldati canadesi recatosi al carcere di Lucera per liberare due prigioniere di guerra, le quali, a conoscenza della vicenda delle donne di Monteleone, chiesero ai soldati di liberare anche loro. Ma quelle ribelli abbandonate da partiti e organizzazioni sindacali dovettero aspettare l’amnistia del 1950 per essere scagionate dal reato di: DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO.
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